I media hanno le idee abbastanza chiare: i ragazzi (per la maggior parte adolescenti) stanno abbandonando Facebook, oppure iniziano ad utilizzarlo sempre meno.
Lo sport nazionale dei media è ormaiFacebook è morto”. Una buona porzione di media caldeggia l’equazione “meno adolescenti su facebook=facebook ha un gravissimo problema.” L’ultimo allarme è scattato quando The Guardian ha pubblicato un articolo citando Daniel Miller, (un antropologo nel Regno Unito) che ha dichiarato Facebook “morto e sepolto tra gli adolescenti”.
I media di tutto il mondo si sono scatenati, alcuni puntando il dito contro la scala piuttosto limitata dello studio ad esempio, Miller ha subito replicato che il post sul blog, base per l’articolo del Guardian, è stato pensato per essere un piccolo studio sugli adolescenti nel Regno Unito e non il riflesso delle tendenze più ampie.
Raccontare il declino di Facebook tra gli adolescenti – e quindi la morte del suo essere di tendenza – è diventato l’hobby preferito per i media.
Bugie, maledette bugie e le statistiche di Facebook
Un’eccezione è un recente rapporto, che ha mostrato come gli adolescenti preferiscano YouTube a Facebook; tali considerazioni sono supportate dall’ammissione di David Ebersman CFO di Facebook sugli utili della società nel terzo trimestre “l’utilizzo di Facebook tra gli adolescenti degli Stati Uniti è stato complessivamente stabile dal Q2 al Q3, ma abbiamo riscontrato una diminuzione di utenti giornalieri in parte tra gli adolescenti più giovani.”
Nel frattempo, uno studio ampiamente frainteso di Piper Jaffray ha rilevato che gli adolescenti ritengono Twitter più importante per gli acquisti rispetto a Facebook, da qui, alcuni media, cercando di attaccarsi al tema “perdita- di-utenti-adolescenti-di-Facebook” hanno dichiarato che la relazione ha rilevato invece che i ragazzi ritenessero che Twitter fosse più importante in generale.
Oltre a questa ondata di post, sono stati comunque presentati dati preziosi per l’analisi; a parte la citazione di Ebersman, i dirigenti di Facebook hanno più volte affermato che i ragazzi non stanno abbandonando la piattaforma a frotte. Sheryl Sandberg COO di Facebook, ad esempio, ha dichiarato che a novembre la maggioranza dei ragazzi ha usato il sito quasi ogni giorno.
“Penso che la reale verità non è lì fuori”, ha dichiarato Jan Rezab, fondatore e CEO di Socialbakers (sito per l’analisi dei social media e marketing)
“Vogliamo dare uno sguardo più approfondito alla qualità delle interazioni, insieme a tutti i dati demografici.
Rezab ha dichiarato che non ha trovato che alcun brand stia cambiando la strategia di comunicazione o di marketing su Facebook a causa del dibattito in corso, ma che le aziende stanno mantenendo d’occhio il tema. “Direi che stanno sicuramente analizzando la situazione, non la stanno sottovalutando; questo non vuol dire essere essere ciechi, ma non stanno modificando le priorità in questo momento.”
Quanto contano veramente gli adolescenti?
Forse un atteggiamento attendista significa essere saggi; dopo tutto, i ragazzi sono volubili per natura, il modo in cui vediamo tutto questo è paragonabile ad una sorta di rumore e realtà”, sostiene Eric Sheridan analista UBS; il rumore è che la fascia 14 – 18 ann di età tende ad avere tempi di attenzione abbastanza bassi, esiste poi una grande semplicità senza particolari barriere alle iscrizioni per la maggior parte delle piattaforme di messaging e di social media e, in generale vi è un comportamento transitorio tra le piattaforme di settimana in settimana, mese per mese, trimestre per trimestre.
Con il suo prezzo delle azioni a più del 120% negli ultimi sei mesi, gli investitori sembrano scrollarsi di dosso tali preoccupazioni e così anche gli inserzionisti: “quando parlo con i responsabili marketing capo o gli inserzionisti, ridacchiano a proposito della questione degli adolescenti perché la maggior parte di loro, dicono, non fanno pubblicità rivolta agli adolescenti. Pubblicizzano ads per una fascia di età compresa tra i 25 e i 40 anni, che hanno il potere d’acquisto, sostiene Sheridan. La maggior parte delle persone che guidano le entrate di Facebook mantengono un atteggiamento molto <chissenefrega>”.